Numerose sono le indicazioni che portano a pensare ad Huck come ad un ragazzo razzista, così come Tom, vittime dell'influenza di una società, quella dell'800, che ancora vede e tratta gli uomini di colore come una razza inferiore, utili solo a fungere da schiavi.
Questo scaturisce da frasi quali :
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(...)capii che era inutile sprecare fiato..non potete insegnare a ragionare, a un negro.(...)"pag.106
"(...)ci vollero quindici minuti, prima che potessi costringermi ad andare ad umiliarmi davanti ad un negro(...)"pag.114
"(...)Pensava alla moglie e ai piccoli, lontani lassù, e si sentiva depresso e pieno di nostalgia per la casa; non ne era mai stato lontano in vita sua; e credo che la famiglia gli stesse a cuore proprio come succede ai bianchi. Non sembra naturale, ma penso che fosse così.(...)"pag.198
ed , essendo un libro molto utilizzato per scopi didattici, è proprio questo razzismo che si è tentato di oscurare nel tempo, sostituendo alla parola inglese "nigger" quella meno offensiva di "schiavo".
Ma ciò che si può intuire, oltre a ciò, è il conflitto interiore, riguardo a tale argomento, presente in Huck, e quindi in Mark Twain, che in numerose situazioni non è certo su quale decisione prendere riguardo la liberazione di Jim:
"(...)Che t'aveva fatto la povera signorina Watson perché tu lasciassi che il suo negro scappasse sotto i tuoi occhi, senza dire una sola parola?(...)"pag.116
"(...)Arrivai al nostro viaggio sul fiume; e mi rividi Jim sempre davanti, di giorno e di notte, a volte col chiaro di luna, a volte nelle tempeste, mentre scendevamo la corrente, parlando, e cantando, e ridendo.Chissà come, pareva che non riuscissi a pensare nulla che mi incattivisse contro di lui, ma proprio il contrario. Lo rividi, quando, dopo la sua guardia, invece di chiamarmi, faceva anche la mia(...) E tanto per cominciare, sarei andato a sottrarre di nuovo Jim alla schiavitù(...)"pag.268